Apprendere è un processo e la vita è apprendimento. Siamo esseri fallibili, che imparano per prove ed errori e quando smettiamo di imparare, quando ci arrocchiamo nel nostro castello per paura di fallire o di “perdere la faccia”, iniziamo lentamente a morire. Viviamo circondati da mura che noi stessi abbiamo costruito e la vita perde tutto il suo sapore. Perché smettiamo di imparare? Perché ad un certo punto ci priviamo della possibilità di sbagliare?
Nella nostra Accademia di Counseling affrontiamo questo tema sotto molti punti di vista, ma se dovessimo sintetizzare una risposta a queste domanda, sarebbe: per paura del giudizio. Pensate ad un bambino: impara a camminare cadendo un’infinità di volte e correggendosi continuamente. Noi adulti abbiamo perso la semplicità che avevamo da bambini perché ogni azione che compiamo la rendiamo qualcosa di estremamente personale e ci poniamo continuamente sotto accusa. Quanto è difficile per molti adulti iscriversi ad un corso o intraprendere una nuova attività? Più si va avanti con l’età più c’è il rischio di cristallizzarci sulle nostre abitudini e su ciò che già conosciamo. I timori di un adulto nell’intraprendere una nuova attività, nell’iscriversi ad un corso di ballo o frequentare un gruppo di trekking per esempio, hanno tutti a che fare con la paura di non essere all’altezza e il timore di cosa penseranno gli altri. Avete mai visto i bambini in un parco giochi quando hanno cinque o sei anni? Giocano tra di loro, socializzano con una facilità estrema e inventano continuamente nuove attività. Questo accade fino a quando non vengono contagiati dal mondo complicato degli adulti, attraverso il quale imparano a confrontarsi in maniera svalutante ed a temere il giudizio degli altri.
Se l’atteggiamento che guida la nostra vita è intriso di giudizi di valore su noi stessi in rapporto a tutto ciò che facciamo, apprendere diventerà un processo estremamente faticoso e poco efficace.
Se, come adulti, scegliamo di iscriverci ad un corso di ballo, facilmente incontreremo tutti i limiti di chi non ha già imparato a ballare e se iniziamo a definirci imbranati, falliti o negati, allora ogni occasione di apprendimento diventerà il nostro limite, perché non possiamo imparare nulla dalle critiche ostili e svalutanti che rivolgiamo a noi stessi; inoltre, il corso di ballo diventerà per noi un’enorme fatica! I bambini – finché non li abituiamo a definirsi peggiori o migliori per ciò che fanno – non confrontano e valutano-svalutano tutto come facciamo noi adulti e si sostengono naturalmente durante i loro apprendimenti! Questo atteggiamento giudicante, caratterizzato da una critica distruttiva e invalidante, non ci dà nessuna informazione su cosa possiamo fare per continuare ad apprendere ed alimenta in noi l’idea che il nostro valore dipenda da ciò che facciamo.
Esistono altre possibilità per stare al mondo ed imparare dalla vita: possiamo costruire un atteggiamento che sostituisce il giudizio ed il criticismo con il feedback. Di cosa si tratta?
Il feedback è l’osservazione di ciò che facciamo e ci dà informazioni su ciò che è corretto e su ciò che può essere migliorato nelle nostre azioni. Il feedback non esprime giudizi sulla nostra persona, ma si focalizza sui comportamenti.
Tornando sempre all’esempio della danza, se sbaglio per molte volte un passo, da una feedback costruttivo potrò ottenere informazioni su cosa sto facendo di buono e su cosa posso migliorare per riuscire a fare il passo correttamente. Per esempio potrò scoprire che piego troppo il piede e che ho bisogno di muovere il bacino più a destra per fare il passo corretto. In ogni caso il mio valore non ha nulla a che fare con la correttezza di ciò che sto facendo: il mio valore rimane immutato, non è negoziabile e non dipende da nessuna abilità specifica.
Imparare a darsi feedback con questa qualità di sostegno di sè è importantissimo per dare valore alla nostra vita e restituirci la gioia dell’apprendimento. Immaginate un mondo in cui potete sentirvi liberi di sbagliare, tentare, decidere, essendo consapevoli che quelle decisioni non hanno nulla a che fare con ciò che siete veramente. Potete sentite la leggerezza che nasce dal vedere voi stessi e ciò che fate in questo modo? Quella leggerezza è vostra e la potete vivere ogni volta sarete capaci di distinguere ciò che fate da ciò che siete: si tratta di un processo fondante del cammino che vi porta ad essere counselor di voi stessi.
Per iniziare a praticare “l’arte del darsi feedback” nella vostra vita vi indichiamo tre domande che potete utilizzare ogni volta volete rendere l’apprendimento un processo entusiasmante e che non ristagni attorno a inutili paure.
Cosa c’è di buono in ciò che ho fatto e che posso continuare a fare?
Quali sono i miei punti di forza?
Quali sono le azioni concrete che posso migliorare affinché io possa arrivare allo scopo prefissato?
Se risponderete a queste domande otterrete preziose informazioni sulle vostre risorse e su come potete procedere nel vostro percorso di apprendimento. L’invito è quello di portare queste tre semplici domande nella vostra vita affinché possiate costruire un atteggiamento che può fare davvero la differenza nel vostro percorso di crescita personale, in quanto definisce un nuovo modo di relazionarvi con voi stessi e con i limiti che incontrerete. In cambio otterrete leggerezza, motivazione e crescita! Buona pratica!