Viviamo in un’epoca in cui non dobbiamo affrontare quotidianamente pericoli che mettono a repentaglio la nostra vita. Nell’antichità, ogni giorno l’uomo affrontava prove di sopravvivenza, rischiava di essere sbranato da bestie feroci o combatteva contro eserciti nemici.
Oggi, invece, cosa ci spaventa? Viviamo in quella zona del mondo in cui la quotidianità non rappresenta una battaglia per la vita o la morte, eppure siamo pieni di tensioni e paure che minacciano la nostra salute. Cosa stiamo difendiamo nella nostra vita?
Difendiamo noi stessi.
Non ci difendiamo più come appartenenti ad una specie che rischia di essere aggredita fisicamente in un mondo pieno di pericoli mortali, ma come esseri umani che sono stati feriti molte volte da un mondo che non li voleva esattamente così come erano.
Quando eravamo bambini e poi crescendo, abbiamo imparato a muoverci in equilibrio precario sulla linea sottile che divide il desiderio di manifestare chi siamo e la paura di essere feriti, a volte oppressi da un mondo che ci vorrebbe diversi da come siamo.
Le strutture di difesa che utilizziamo da adulti, esistono perché vogliamo evitare di essere nuovamente feriti.
Queste difese rendono spesso le nostre reazioni esagerate rispetto a ciò che sta realmente accadendo nel momento presente, perchè esse rappresentano in realtà una reazione a qualcosa che è accaduto molto tempo fa.
Come Accademia di counseling riteniamo di fondamentale importanza diventare consapevoli di questo processo, per chiunque lavori in un contesto di relazione d’aiuto.
Ciò che accade ora è sempre ri-letto e ri-significato dalla nostra mente alla luce di ciò che già conosce, ovvero del nostro passato.
Ciò che accade nel momento presente può agire come un potente “elastico emotivo” in grado di trascinare la nostra mente indietro nel tempo, in un momento specifico in cui siamo stati feriti relazionalmente: per questo a volte nel presente siamo attraversati da emozioni che ci sembrano esagerate rispetto al contesto oppure difficili da comprendere.
Come counselor, imparare a diventare consapevoli della propria storia personale ci permette di accogliere con rispetto le reazioni emotive del presente e di rileggere la nostra storia alla luce di questa nuova consapevolezza.
La conoscenza del meccanismo degli elastici emotivi è necessaria per comprendere le nostre reazioni e quelle dei nostri clienti e collocarle in una cornice in cui non siamo sbagliati, siamo quella consapevolezza che può accorgersi e dare nuovi significati alla vita, anche alla propria storia personale.